Quando il corpo smette di “parlare” è il caso di preoccuparsi: ecco le avvisaglie del morbo di Parkinson da non ignorare.
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, compromettendo progressivamente il controllo dei movimenti. Sebbene sia noto soprattutto per i suoi sintomi motori, l’esordio può essere subdolo e manifestarsi con segnali precoci spesso sottovalutati. Riconoscerli in tempo è fondamentale: una diagnosi tempestiva permette di intervenire per rallentare il decorso della malattia e migliorare la qualità della vita.

Secondo le stime, il numero di persone affette da Parkinson è destinato ad aumentare drasticamente nei prossimi decenni. Già oggi, in Italia, si contano circa 300.000 casi, e la cifra potrebbe raddoppiare a livello globale entro il 2050. Per questo motivo è essenziale prestare attenzione ai primi segnali d’allarme che il corpo ci invia.
Tutto quello che non sappiamo sul Parkinson: i campanelli d’allarme da non sottovalutare
Uno dei primi sintomi del Parkinson è la perdita dell’olfatto, nota come anosmia. Molte persone colpite dalla malattia riferiscono di aver smesso di percepire odori comuni anni prima della diagnosi, senza dar troppo peso alla cosa. Questo segnale può essere facilmente scambiato per un problema passeggero o attribuito ad altre cause, come allergie o invecchiamento. Un altro segnale precoce riguarda la regolarità intestinale: la costipazione cronica può essere un campanello d’allarme. Se le normali abitudini cambiano senza una spiegazione apparente, e il disturbo persiste nel tempo, è consigliabile approfondire con un medico.

Il tremore è uno dei sintomi più noti del Parkinson, ma non è sempre presente nelle fasi iniziali. Quando compare, solitamente si manifesta a riposo e interessa prima una mano, per poi estendersi ad altre parti del corpo. È importante distinguere questo tipo di tremore da quello legato ad altre condizioni, come ansia o affaticamento muscolare. Anche il sonno può essere un indicatore: movimenti improvvisi e involontari durante la notte, associati a sogni particolarmente intensi, potrebbero rappresentare un segnale precoce. Se questi disturbi si protraggono nel tempo, è opportuno approfondire.
Altri segnali da tenere in considerazione sono le alterazioni della scrittura, come la micrografia (caratteri sempre più piccoli e contratti), la rigidità muscolare che rende difficoltoso compiere movimenti fluidi, e la voce che diventa più debole o monotona. Anche la depressione e l’ansia possono comparire prima dei sintomi motori, non come semplice reazione alla malattia, ma a causa di modificazioni chimiche nel cervello.
In conclusione, prestare attenzione a questi segnali può fare la differenza. Se noti uno o più di questi sintomi, parlarne con un medico è il primo passo per una diagnosi precoce e per affrontare al meglio la malattia.